Italia in zona rossa. La domanda più frequente dei ciclisti: si può andare in bici?

E’ un momento incredibile. Nessuno avrebbe mai immaginato quanto si sta verificando. E se le ordinanze ministeriali impongono con prescrizioni precise quali sono i motivi per cui è consentito uscire dalla propria abitazione (lavoro, salute e ragioni di necessità) alla stragrande maggioranza dei ciclisti sembra interessare solo una specifica riguardo alla possibilità di uscire con la propria bicicletta per svolgere i consueti allenamenti.

E allora partiamo proprio da questo dato in quanto il DPCM del 9 Marzo ha statuito all’art. 1, lettera d), ultimo capoverso che “lo sport e le attività motorie svolte all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro”.

E naturalmente tali attività motorie dovranno essere svolte all’interno del proprio comune di residenza. In quanto per oltrepassare tale disposizione sarebbero necessarie delle motivazioni che solo l’atleta professionista può avere.

Vorremmo però appellarci al senso civico che deve prevalere in quanto purtroppo gli ultimi week end in cui gli allenamenti in zone non soggette a restrizioni erano consentiti come nella normalità dei fatti purtroppo era dato comune assistere a delle vere e proprie simulazioni di manifestazioni o di allenamenti come se la domenica successiva si sarebbe dovuto partecipare alla granfondo dell’anno. Con tutti i rischi annessi e connessi su cui sarebbe retorico – ma doveroso – tornare.

In conclusione. Alla data attuale questa la situazione riguardo alle uscite in bicicletta. L’invito però che vogliamo fare è che tutti si concedano un po’ di riposo in osservanza delle precise disposizioni ministeriali. Tale auspicio è stato altresì rivolto a tutti i ciclisti ACSI anche dal nostro Presidente Nazionale Antonino Viti in una bella intervista rilasciata al Magazine InBici https://www.inbici.net/gn/mondo-acsi-il-presidente-viti-coronavirus-occorre-buon-senso-da-parte-di-tutti/